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Un post condiviso da Giovi {umano aumentato} (@giovanni_postiglione) in data:

Io sono innamorato di Teresa Plaggie. È bella, ha sempre le gote rosse, ho sempre pensato che lì ci conserva la vita. La sua pelle brilla di bianca ceramica, come una dea lunare. Guarda il mare di Chiaia, che da giovane le bagnava i piedi, li sporgeva da quelle rampe scenografiche che furono sacrificate per aprire la nuova strada.
Casa sua era come un salotto di preghiera, caro ai nobili, al Viceré e alla nobildonna Isabella Mastrogiudice: “Chiamiamo messer Fanzago!”, decise quest’ultima, “il designer più ricercato e bizzarro del Seicento secolo nostro”.
Teresa, dal tedesco «donna amabile e forte» (perfino contro un terremoto), è rimasta isolata, in alto, modella bellissima. Contemplo il suo volto, oggi color panna e fragola, e intravedo ancora i suoi occhi dolcissimi. È la bella tra le belle vetrine chic del mio quartiere preferito.



La narrazione è ispirata a luoghi e personaggi veri, ma liberamente elaborata in modo fantasioso.
Quali elementi ho utilizzato per questa storia digitale?