Connette e coordina il processo: il bisogno di ordine
Un umanista è educato e abituato a lavorare con visioni complesse e complessive dei progetti a cui si dedica. Combatte il rischio più acerrimo: la dispersione e il rischio di collasso.
Perché? Discipline come la Storia, l’Arte, lo studio del territorio, la filosofia (e altre divinità simili), costituiscono di per sé universi complessi in cui si concentrano tante altre sottodiscipline. Tante informazioni, tanti fattori, tanti indizi, tanti strumenti, tanti ragionamenti intorno a un solo cluster. L’analisi di un’opera d’arte, l’elaborazione di una teoria culturale, la ricerca di una fonte, la valorizzazione di un luogo/monumento culturale mi richiedono la capacità di saper gestire più “connessioni”, di muoverli, di scartarli, di selezionarli, di integrarli, di combinarli.
All’interno di un’azienda e di un team l’umanista può coordinare e raccordare i diversi attori coinvolti nel flow (il percorso, il processo) per raggiungere (insieme) l’obiettivo finale (idea, soluzione, prodotto).
Dopo forse urgerà un’aspirina o un aperitivo o una corsa scarica-tensione, ma vuoi mettere la soddisfazione di aver saputo orientare la rotta nel mare magnum di bocche e cervelli pensanti?
[in copertina, foto di Tomasz Mikołajczyk da Pixabay]
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