Quale è il pensiero fisso di un umanista? Le relazioni umane

Non pensa ad altro, gli piace la gente, la ama e ne riconosce il valore. È affamato di relazioni umane, di reti di contatti, di cervelli e animi che lo possano stimolare, soprattutto con uno spessore più alto e interessante del suo. Cerca opportunità di collaborare o di far emergere il potenziale individuale dei propri colleghi o collaboratori.

Subisce il fascino del cervello e di quanto esso possa produrre.

Questo impulso è un’eredità della propria disciplina di studi: umanista, umanità, umanesimo, uomini. Il pensiero è una forma di esistenza del valore della persona.

Un umanista coltiva le relazioni umane, sia come libero professionista sia come dipendente, sia nella posizione di manager sia in qualità di consulente. Le persone sono il valore più importante, e le mette al centro di ogni strategia, anzi le “ri-colloca” al centro, quando sembra che il focus sia dirottato troppo sulla tecnologia, sui numeri, sui soldi o sui prodotti.

Un umanista ha un cervello e una visione human-centred.

[in copertina, foto di Gerd Altmann da Pixabay]


Quanta importanza dai alle relazioni umane nel tuo museo o nella tua attività culturale?