È la nuova definizione di museo approvata a Praga dall’Assemblea Generale Straordinaria di ICOM.
Mi congratulo per il lavoro condotto. A prescindere da futuri aggiornamenti, modifiche e migliorie, e a prescindere da visioni personali, è il segno di un movimento culturale attivo che ci tiene allenati e stimola la comunità a riflettere sul tema.

Non sono riuscito a partecipare per dare un contributo alla survey, quindi posso dare un giudicare obiettivo. Sono contento del risultato, va bene così.

Condivido un paio di riflessioni che, al di là di una mera definizione (sempre troppo riduttiva e faticosa per racchiudere tutto l’universo dei musei), spero possano essere utili per la stagione di lavoro del settore museale.

  1. mi piace tutta la seconda parte della definizione, in particolare

    la partecipazione della comunità, le esperienze

    (parola chiave su cui punterei di più!) e soprattutto le finalità

    piacere, educazione, riflessione ecc.

    per dimostrazione come il museo e l’arte in generale non debbano essere viste solo e per forza in termini primi didattici e accademici. L’esperienza dell’arte è soggettiva e può essere vissuta come bagaglio culturale tanto quanto puro godimento estetico;

  2. proprio in merito a questo espresso al primo punto, nella prima parte il termine

    istituzione

    mi suona troppo obsoleto e fuorviante, suscettibile a una diretta associazione mentale di tipo burocratico, giuridico, accademico. Le due parti stridono: leggere istituzione può risultare lontano, pesante, freddo, nel senso linguistico del termine. Punterei, in futuro, a un nuovo sostantivo (sfida difficile, ammetto!) che identifichi il museo come qualcosa di più che una classica istituzione, in virtù di tutto quello che può offrire;

  3. perché il museo

    è un’istituzione senza scopo di lucro?

    Non è necessità/diritto/obiettivo dei musei fare (anche) cassa e guadagnare per mantenersi e investire in nuovi progetti per la comunità dei visitatori e per la città? È un aspetto concreto che non va demonizzato perché senza soldi qualsiasi attività ha vita debole, ahimè. Forse si vuol intendere che non è l’obiettivo primario? Credo sia superfluo sottolinearlo. Quale che sia la ragione e la giusta forma linguistica, credo che questo aspetto potrebbe anche essere omesso rispetto ad altri più importanti per una definizione “in sintesi” di museo.

Tu cosa ne pensi?