Quando il museo chiama per nome i propri “pubblici”

Ormai è una canzone nota: il contenuto va ideato, organizzato, strutturato e comunicato in base alla tipologia del proprio pubblico. Lo sappiamo e lo leggiamo ovunque. Cosa vuol dire? Che ogni persona è diversa dall’altra, e che non tutto va bene per tutti.

Chi lo fa veramente?

Scopro che il Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia inizia dal proprio sito web quando presenta l’offerta delle proprie attività in base alla tipologia dei propri visitatori (vedi screenshot in basso). È un valido esempio di usability e di accessibilità, ma è anche la consapevolezza di parlare e interagire con una diversità/ricchezza di persone; tutto nasce dalla volontà e dall’impegno di analizzare i profili del pubblico e di rispettarne abitudini, cultura, esigenze e desideri.

Screenshot dal sito web del Museo Etrusco di Villa Giulia – Sezione “Vivi le attività”

 

Questa logica può iniziare dal miglioramento di una pagina del sito web con una semplice vetrina didattica. Poi deve evolversi e continuare anche quando si progettano strategie di storytelling, mostre, docufilm e podcast, contenuti narrativi, voci e linguaggi, e ogni altra esperienza più strutturata ispirata dalla singola opera d’arte custodita.

Conosci altri esempi come questo?
E il tuo museo lo fa già in modo così chiaro e facile?

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Approfondimento:

sezione Vivi le attività sul sito web del Museo Etrusco di Villa Giulia