Indice dell’articolo: di cosa ti parlerò
- Resistere 3 ore nel 2020 è davvero dura!
- Tre motivi per cui ho apprezzato The Irish Man
Nel 2020 è dura sostenere 3 ore di film, durissima.
La fruizione e il valore del tempo sono ormai trasformati, e credo che la situazione non torni indietro.
Soprattutto per il genere gangster, che non mi appassiona molto.
Mi sento lontano da queste storie, tristi e amare. Ma questo è semplicemente un gusto.
Divorando TV series e film per studio e lavoro, ho deciso che avrei dovuto vederlo. Dopo una prima serata in cui mi sono addormentato davanti al monitor, ora l’ho terminato.
Ma l’ho apprezzato per tre motivi
- come prodotto cinematografico ispirato da un romanzo (e si riconosce sempre la qualità)
- per la tecnica narrativa dell’analessi
- per la firma dello sceneggiatore.
Sugli attori non si discute. Titani.
Ma forse, l’obiettivo del film è stato raggiunto anche in me (in quanto “spettatore non in target con il genere”): suscitare l’emozione di disgusto e pietà per il protagonista.
Dimmi, tu, viandante lettore, che emozioni hai sperimentato per il protagonista del film?